DOVE IL BUIO NON C’È

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Dove il buio non c’è” della torinese Barbara Di Clemente. E’ un romanzo che mi ha avviluppato nelle sue spire fin dalle prime righe: Alessio, il ragazzino protagonista del libro, che parla in prima persona sono io. Timida e schiva, ma a differenza di quel ragazzino, io non mangiavo niente. Le signorine della colonia mi chiamavano scheletrino e mi isolavo spesso anch’io in un mondo fatato leggendo ovunque mi trovasi un libro, o un fumetto (hai già divorato il giornalino?, mi chiedeva papà).

La vita di questo ragazzino viene raccontata dall’anziano che è diventato. Alessio, a tredici anni, subisce un trauma e il dolore atroce che ne deriva, cambia per sempre la sua esistenza. Lo porterà a cercare, e poi a seguire, una bizzarra vocazione altruistica, attraverso la quale alleviare il dolore ed il suo male di vivere.

La scrittrice mi ha fatto amare Alessio, mi ha fatto apprezzare il suo carattere delicato, sognatore e romantico, che piace tanto a me, ma forse a tutte le donne. Un carattere alleggerito dalla sua originalissima e scanzonata professione (che qui non svelo, ma che mi ha fatto davvero tanto ridere).

È molto ben tratteggiata anche la protagonista femminile. Qui l’autrice forse ritrova se stessa definendo con tratti poetici il mestiere di Giada, che è infatti una scrittrice. Il romanzo scorre veloce, nel racconto si intrecciano momenti vissuti al presente e fatti accaduti nel passato dando così profondità ai personaggi, che si troveranno a mettere reciprocamente a nudo il proprio animo e a trovare, l’uno nell’altra, un tipo di affinità che li legherà per sempre.

Di Marina Asperti

Barbara Di Clemente, “Dove il buio non c’è” – Robin edizioni