L’ULTIMA GIOIA

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Ieri mattina sono andato alla Conferenza Stampa di presentazione della prossima edizione del Salone del Libro di Torino. L’ultima diretta da Nicola Lagioia.

Non andavo da tempo, non amo le cerimonie auto celebrative, ma questa volta era doveroso esserci e ringraziare uno scrittore e intellettuale venuto da Bari nel 2017 a rimettere insieme i cocci di un Salone che stava per implodere e trasferirsi a Milano.

Ascoltarlo alla Casa del Teatro dei ragazzi e dei giovani, sede della conferenza, è stato un piacere. Ha chiuso lui, com’era giusto, l’incontro. 

Nell’attesa ho notato e annotato alcune parole che riporto qui. Prendetele come una mia libera lettura degli eventi.

Il Salone quest’anno avrà un Gold Partner (ovvero quello che davvero mette mano al portafoglio) tutto nuovo: Esselunga

Per la cronaca il gruppo milanese fattura 8 miliardi di euro, ha 25 mila dipendenti e da qualche anno investe pesantemente su Torino. Non senza problemi: sotto la Mole si aggirano, dopo gli inossidabili NOTav, anche i NOEsselunga, contrari alla costruzione di un nuovo punto vendita dalla parti di Piazza Adriano.

Insomma, si tratta di una sponsorizzazione importante e significativa sotto diversi punti di vista.

Il Paese ospite sarà l’Albania, un ritorno, dopo l’esordio nel 2013. La scelta albanese mi piace molto, permetterà qualche riflessione interessante su temi sempre attuali quali: immigrazione, emigrazione, integrazione, colonialismo. Per l’Italia meloniana si tratta di argomenti sensibili, magari sentiremo cose interessanti. 

Parole di speranza sono arrivate da Marino Sinibaldi, papà di Fahrenheit, trasmissione di culto di Rai Radio 3 e Presidente del Centro per il libro e la lettura del MIC. Affrontando l’annosa questione degli “italiani popolo di non lettori“, ha sottolineato come nella scuola primaria i ragazzi leggano parecchio e anche nella secondaria non demordano. La crisi della lettura arriva nell’adolescenza, che, tra l’altro, è sempre più precoce. C’è la concorrenza dei nuovi media, un’organizzazione dei tempi quotidiani non sempre facile. Serve fantasia, essere aperti alle novità, alle nuove occasioni di lettura. Non tutto è perduto

L’unica nota stonata arriva da Giulio Biino, Presidente della Fondazione del Circolo dei Lettori, che in questi ultimi mesi, nei quali il Salone cercava senza successo alcuno il sostituto di Nicola Lagioia, è quello che ha pagato il prezzo più alto. Ora che Regione e Comune hanno trovato (di botto e a sorpresa) il nome del nuovo Direttore, ma senza coinvolgerlo, ha accusato il colpo.

Il suo breve saluto ai presenti è suonato quasi come una excusatio non petita. Appariva assai meno sorridente e rilassato del solito. La politica è ingombrante, c’è poco da fare. Quando ha affermato, dopo mille ringraziamenti e cordialità, che “Anche Nicola Lagioia, a suo tempo, è stata una scelta al buio”,  qualcuno in sala ha fatto un saltino sulla sedia.

Alla fine sono arrivate le parole del Direttore uscente. “Il Salone svolge un ruolo importante, che definisce la nostra identità. Ricordiamoci che l’Italia è esistita prima culturalmente che politicamente. Da Dante al “Viva Verdi” del Risorgimento a fare da collante sono state, in mancanza di altro, l’arte e la letteratura.”

La storia del Salone è esemplare, sottolinea, parlando con la serenità di chi sa di avere lavorato bene. “Nonostante le tempeste che ci hanno accompagnato, siamo qui. Magari il nostro Paese avesse avuto il percorso e i risultati ottenuti dal Salone!”

La stoccata a Biino arriva puntuale. “Difficile definire una scelta al buio uno che ha vinto il Premio Strega.” Era il 2015 quando Nicola Lagioia vinse il più prestigioso premio letterario italiano con “La ferocia“. Impossibile dargli torto, Biino ha toppato.

Il Salone è spesso oggetto di polemiche. Capita perchè è vivo, vuol dire che interessa. Non succedesse sarebbe un pessimo segnale.”

Ad Annalena Benini, che da giugno guiderà il Salone tocca quindi augurare una buona dose di polemiche.