LETTERA A MIA SORELLA

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Una toccante lettera d’amore alla sorella scomparsa, dopo una crudele malattia, ma anche il racconto della propria famiglia, tra la Francia e l’Italia. C’è tutto questo in “Ma Soeur” (Pathos Edizioni), il primo libro di Rose Marie Boscolo, nata e cresciuta a Parigi, trasferitasi a Torino per amore, giornalista pubblicista.

Il libro si apre con la lettera alla sorella, a tre anni dalla scomparsa. Una lettera in cui Rose Marie Boscolo ricorda il dolore dell’ultimo giorno di vita ma anche gli anni vissuti insieme: “con te ho sempre avuto un rapporto conflittuale, due caratteri all’opposto, il giorno e la notte per tutti, ma ci capivamo con un’occhiata, delle volte un’occhiataccia“.

Poi a poco emerge la storia della sua famiglia, Parigi soprattutto, e poi le vacanze in Liguria, il grande amore per il papà scomparso prematuramente.

Un personaggio carismatico ed affascinante al quale nessuno sapeva resistere ed al quale si perdonava tutto…Era arrivato a Parigi con pochi soldi in tasca e tanta volontà e nel giro di poco tempo aveva il suo atelier di couture perchè era un ottimo sarto su misura e poi aprì il suo ristorante “la Pizzeria Italia”, il secondo ristorante italiano ad aprirsi nel secondo dopoguerra in Francia“.

Un racconto tra dolori e tanta allegria, tra molte difficoltà ma anche tenacia e voglia di riscatto. Ed in sottofondo la tristezza per anni che non torneranno più, chiusi definitivamente con la scomparsa dell’amatissima sorella. “Perdere la famiglia di origine, tutta quanta, il sangue del tuo sangue, il bene atavico per eccellenza è come avere la terra che sprofonda sotto i piedi“.

Eppure nonostante tanto dolore c’è la consapevolezza del bellissimo rapporto che si è vissuto. “Conosco un sacco di gente – scrive ancora Rose Marie Boscolo – che ha un rapporto normale, piatto con la famiglia di origine, per cui la sofferenza per quando se ne andranno sarà molto diversa dalla mia. Delle volte mi chiedo se non sarebbe stato meglio in quel modo: avere un’infanzia così così, con pochi ricordi e neanche troppo belli, una famiglia così, da ricordare con tenerezza e rispetto magari ma non con struggimento e dolore soffocante e poi rifletto e mi dico di no, è meglio avere a disposizione un patrimonio di ricordi e di affetto esteso quanto il mare, una vita anche se fatta di alti molto alti e bassi molto bassi, ma ricca e intensa, che non la ‘piattitudine’ di certe vite, così lineari e senza scossoni da sembrare fissate e ingessate.”

Un libro che si legge facilmente ma che fa riflettere e che forse aiuta un po’ a guardarsi dentro.