ROMA CAPUT LIBRI

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Anche quest’anno Roma ha aperto le porte, ma sarebbe meglio dire le braccia, ad autori, editori e lettori. Nella bellissima location La Nuvola, ha ospitato la Fiera Nazionale della Piccola e Media EditoriaPiù Libri Più Liberi” (PLPL) ed io ero di nuovo là, per il secondo anno di fila.

ORME

La fiaba “Orme, il racconto di un piccolo viaggio” di cui sono autrice assieme ad Ana Belen Pelicer e alla disegnatrice Francesca Marini, è stato presentato infatti, l’anno scorso, proprio al PLPL.

Raccontare e raccontarsi dal vivo è un’occasione preziosa che ogni autore intende cogliere. Zerocalcare, Alessandro Barbero, Alberto Angela, Alessandro Baricco, Andrea Pennacchi… solo alcuni dei nomi noti che si aggirano tra gli stand e che si lasciano ascoltare negli auditorium.

Il delizioso stand di Campi di Carta editori mi ha dato la possibilità, per due anni, di confrontarmi proprio con questo mondo della fiera editoriale e ho cercato, nel mio piccolo, di farne tesoro. Perché è in queste occasioni che l’autore impara tanto su sé stesso e sulle persone. Impara infatti qualcosa sul lettore, colui che può raccogliere il suo lavoro e portarlo a casa con sé, in qualche modo inserendolo nel suo tempo.

Tu autore ti senti accolto, ma ti metti anche molto in discussione. Questo assurdo “rischio” di gettarsi nella miriade di mani che sfogliano e rincorrono lo stesso sogno che forse hai sognato anche tu. Quando qualcuno decide di portare via con sé il tuo libro, dopo aver parlato allo stand magari, dopo essersi confrontati… immagini quando e dove sarà letto; su quale comodino o poltrona sarà distrattamente adagiato, ti chiedi se invece non finisca in uno zaino per affrontare in “compagnia” un lungo viaggio in treno. O se magari non sarà letto ad alta voce stanotte come racconto che aiuti a fare bei sogni.

È in queste occasioni che autore e lettore si specchiano l’uno nell’altro. Spesso  proprio riuscendo a parlare e facendosi domande. Chi scrive allora ricorda e riconosce quella scintilla che ogni volta, follemente, lo porta a puntare la penna carica di parole sul foglio immacolato.

La piccola editoria trova il suo spazio, vive la sua possibilità. Fianco a fianco ai grandi nomi riesce comunque a trovare i suoi lettori, a farsi conoscere. A costruirsi una dimensione supportata da quel lettore che ama scovare la lettura giusta per lui, non per forza promossa dai media e dalla pubblicità di massa.

Tutte le età, giovanissimi ovunque, affollano i numerosi stand, segnale forte e chiaro di un bisogno importante di cultura e dialogo. È bello vedere famiglie intere, dai nonni ai nipoti bambini, trovare un piccolo tesoro di parole da portarsi via. Ti accorgi che per tanti è una “tradizione”, che i due anni di pandemia hanno solo frenato ma non interrotto questo appuntamento, che ora è tornato più forte di prima, come una sorta di “resistenza” armata di pagine e parole.

Nonostante il consumismo e la sfiducia, leggere e scrivere si impongono ancora e ancora come potente strumento d’incontro, riuscendo ad alzare la testa di fronte allo scetticismo alla crisi, soprattutto contrastando i venti contrari che sentiamo sferzare in questi anni complessi. La parola Libri e la parola Libertà infatti, come ci insegna questa fiera, stanno benissimo assieme, oggi più che mai.

Scrivere una favola e portarla tra la gente allora non è solo “un piccolo viaggio” che esaurisce sé stesso nel momento in cui si è messo il punto alla fine, per me invece si è fatto ponte, braccia tese verso gli altri. Ha costruito una strada che mi porta, come autrice, tra la gente. Una storia mentre parla di sé stessa parla degli altri al contempo, racconta di mondi da salvare e proteggere, di sogni da inventare. Di mappe da esplorare.

Questo è quello che i libri e le storie hanno sempre fatto e che continueranno caparbiamente a fare. 

Chiara Carolina D’Alessio