Le città di Paolo Verri

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Eravamo in tanti, venerdì 28 sera, ad ascoltare Paolo Verri. Da quando abbiamo ripreso le nostre abituali cene, archiviati i vari lockdown e le ondate di contagi, è stato l’appuntamento più partecipato. Non si è trattato di un caso.

Paolo Verri, torinese classe 1966, è uno dei più importanti e contesi manager culturali italiani.

È la dimostrazione vivente che con la cultura non solo “si mangia”, ma si trasformano le città e le loro economie.

La copertina del libro e l’autore

Ha scritto, durante il lockdown (chi di noi non ha scritto, abbozzato, impostato almeno un libro durante quei mesi?), un’idea che vagava tra il cassetto e le cose da fare e che non si riesce mai a fare. Il titolo è tutto un programma: “Il paradosso urbano. Nove città in cerca di futuro“, pubblicato da Egea Libri.

Paolo Verri ripercorrendo tre storie italiane (Torino, Milano, Matera), tre europee (Barcellona, Lione, Breslavia) e tre extraeuropee (Pittsburgh, Istanbul, Tokyo), racconta di come una crisi apparentemente esiziale per una città (e per chi la abita) può essere ribaltata con un Piano Strategico, una visione di futuro, che prenda le mosse dalla cultura.

La platea era rapita, Paolo Verri affabula: ha diretto il Salone del Libro quasi alle origini, messo il naso in Torino 2006, Italia 150, Expo 2015, Matera 2019. Con la leva della cultura interi territori hanno cambiato pelle e vocazione, recuperato economie, socialità, identità.

Manifestazione sindacale in via Roma a Torino

Certo c’è un problema: i cambiamenti sono continui. Prendete Torino: era la città della Fiat, è diventata la Città delle Olimpiadi, ma poi? Il futuro diventa presente e quindi tocca pensare di nuovo il futuro. Diciamolo, ad oggi, nonostante si sia archiviata la delundentissima Giunta Appendino, la nuova Giunta guidata da Stefano Lo Russo non ha ancora fatto faville. Pochi oggi a Palazzo Civico stanno immaginando la Torino del 2050.

Va detto che Verri a Torino ha dato moltissimo, ma non è sempre stato ricambiato con affetto. Anzi. La ragione è una e solo una: Paolo Verri dice ciò che pensa. Un pregio che la politica guarda sempre con grande sospetto.

Il consiglio che mi sento di dare è seguire i movimenti di Paolo Verri, di leggere i suoi libri, gli articoli che ogni tanto le testate ospitano, le sue conferenze, docenze, corsi.

Chi crede (come noi dell’ APS Bookpostino) che la cultura sia LA soluzione, l’elastico che permette alla fionda di produrre forza propulsiva anche in campo economico e sociale, legga il suo libro.

C’è sempre una luce da accendere, solo che bisogna trovare l’interruttore.